di Andrea Šumenjak
Rieccoci dopo la breve pausa estiva, pronti a riprendere il nostro lavoro. Mentre ancora mi trovavo a Cherso, dove ormai dal 1980 la mia famiglia trascorre le vacanze estive, valutavo il taglio da dare al fondo di settembre. Purtroppo, le tristi vicende di quel lunedì nero all’Ospedale di Isola, mi hanno fatto prendere la decisione di soffermarmi sul problema della violenza.
di Cristina Di Pietro
Estate. Possiamo allentare la pressione e dedicarci a cose leggere, un po’ frivole magari, ma sicuramente più adatte alla stagione. Viene voglia di mare, di sole, di relax e di evasione. Il bel tempo rende tutto più semplice. Via i cappotti, via le sciarpe, scopriamo le spalle e ci godiamo i nostri caffè e bicchieri di vino seduti fuori sulle piazze, sulle rive, sulle spiagge. L’atmosfera si fa allegra, le vie si popolano di turisti colorati che sorridono a tutto e a tutti....
di Andrea Šumenjak
Con la scomparsa di Silvano Sau il Mandracchio perde il suo più anziano, ma nel contempo, per idee e iniziative, il più giovane e brillante componente la redazione. Silvano è stato assente dal mese di ottobre dell’anno scorso, prima soltanto fisicamente, poi sempre di più anche di fatto - le telefonate e le chiacchierate via Skype erano sempre più difficili. Giornalista di grosso calibro, già direttore di TV Capodistria, Silvano, in redazione, non ha fatto mai pesare le sue esperienze. Ha sempre rispettato tutti, incluso il caporedattore responsabile, al quale non si era mai permesso di “dare una dritta”. Forse perché la politica di redazione de Il Mandracchio era sempre stata il risultato di un lavoro comune, di tutti i membri della redazione, lasciando al “capo” il coordinamento dell’attività.
di Daniela Paliaga
Su iniziativa della CAN costiera e dell’Istituto per l’istruzione di Capodistria si è tenuto nei giorni scorsi a Capodistria un Convegno sull’insegnamento e l’apprendimento dell’italiano nelle scuole di ogni grado del Litorale sloveno. Presenti tante autorità, responsabili di numerose istituzioni che si occupano dell’argomento, presidi e anche un certo numero di insegnanti.
Si è concluso il concorso per l’assegnazione della casa veneziana in piazza Tartini a Pirano, nota con il motto “Lasa pur dir”. Gioiello dell’architettura gotico-fiorita veneziana, risalente al XV secolo è indubbiamente uno dei rari monumenti in questo stile sul territorio della Slovenia e comunque un monumento rilevante della civiltà veneziana nel suo complesso. Vittima di un brutto restauro interno ancora negli ultimi anni Cinquanta...
Notizia di cronaca: 12 febbraio 2016 il DELO.SI pubblica l’elenco delle scuole medie della Slovenia e le mette in ordine secondo la media dei punteggi raggiunti alla maturità 2014/15. Al primo posto il Ginnasio Antonio Sema di Pirano con 23,8 punti sui 34 massimi (inclusa la lode). Tutti gli altri vengono dopo. I dati messi così hanno un valore relativo perché un conto è avere una generazione di 14 o 15 studenti e un altro averne da 80 a 200 e ricavare poi la media all’esame di maturità. Ma al di là di tutte le considerazioni obiettive, senza illusioni, fa un grandissimo piacere vedere una delle nostre scuole in cima alla lista, là dove mai nessuno se lo sarebbe aspettato. Per la nostra Scuola (scrivo con la S maiuscola perché penso a tutto il nostro sistema scolastico minoritario) che è sopravvissuta attraverso i decenni a tutte le tempeste e a tutte le riforme questo è indubbiamente un bellissimo risultato.
Le poche decine di persone, comprese quelle poche che hanno voluto testimoniare la storica presenza locale della comunità italiana in Istria, e che si sono raccolte a ridosso della rete di filo spinato che vorrebbe dividere il territorio istriano lungo la linea confinaria del Dragogna, certamente non rappresentano il territorio istriano, né dal punto di vista dell’unitarietà territoriale, e, ancor meno, dal punto di vista della sua unitarietà nazionale.
Non so se ve ne siete accorti: non parlo della grande vergogna in cui stiamo costruendo l’idea europea. Una volta acquisiti - chissà quando - i nuovi cittadini asiatici e africani, diventati ormai, secondo i pronostici, europei a pieno titolo (quando non tedeschi, sloveni, croati, austriaci, francesi, italiani) superata la rabbia delle reti che bloccano non solo i profughi (si fa per dire), ma anche gli animali ed i cittadini delle secolari località istriane, queste, con il tempo si adegueranno.
In quest'anno di grandi ricorrenze e di epocali anniversari, mi sia consentito prender spunto da un piccolo evento personale che, però, anche se molto più modestamente, può vantare comunque un percorso du oltre mezzo secolo.
Ma quanti sono, mi son chiesto in questi giorni che precedono il 2 giugno, Festa della Repubblica Italiana, quanti sono gli anniversari che in questo 2015 dobbiamo ricordare? Se non altro per cercar di capire chi siamo, di chi siamo figli, figliastri, o figli di N.N. e a chi dobbiamo dare il merito o il demerito per la nostra condizione odierna, indipendentemente dalle Patrie e dalle Matrie?
Brava, Daniela Paliaga: a quelli con la memoria corta certe cose vanno dette e ridette, anche se non credo che servirà a qualcosa. Un vecchio, quasi antico, diplomatico sloveno con un grande senso di responsabilità, ancorchè appartenente dell' ancien régime, in fatto di minoranze nazionali mi disse che queste fanno bene a protestare e a denunciare le cose che non vanno, perchè - come disse - diversamente lo Stato e la maggioranza, che in nome dell'appartenenza nazionale e delle vittorie sui campi di battaglia, detiene tutto il potere, non saprebbe mai come intervenire, nel bene e nel male.
Un amico, che dice di intendersi di politica, dice che se l'estate è stata quasi autunnale, non possiamo che aspettarci un inverno a dir poco imprevedibile, ovvero: se le elezioni europee e quelle parlamentari ci hanno portato soprattutto nubi e foschie, per l'autunno sono già evidenti chiari sintomi di un impaludamento della scena politica in Slovenia.
Per noi, gente di frontiera, che siamo il risultato di due cittadinanze, ci chiediamo perchè alle elezioni dello scorso 25 maggio, non ci è stato possibile poter esprimere questo nostro doppio interesse nei confronti dell'Europa?
Anche se oggi, pure dalle nostre parti, qualcuno sta esprimendo giudizi fortemente negativi in merito a questo primo decennio della nostra appartenenza alla grande comunità dei popoli europei, va comunque ricordato (e spero lo tengano presente tra un mese quando voteranno per rinnovo del Parlamento europeo) che quel primo maggio è stato comunque foriero di eventi importanti per noi che siamo sempre stati gente di frontiera.
Ve la ricordate (almeno chi ha i capelli argentati) quella bella canzone che nella prima metà del secolo scorso cantava Gilberto Mazzi? Le prime battute dicevano: "Se potessi avere mille lire al mese, senza esagerare, sarei certo di trovar tutta la felicità!" Era stata lanciata nel 1939 ed esprimeva abbastanza fedelmente la condizione in cui si trovava una parte della popolazione italiana che si stava lanciando a grandi passi verso la catastrofe della Seconda Guerra Mondiale.
Parlando delle faccende parlamentari italiane di questo periodo natalizio e di fine d'anno, un quotidiano romano, ripetendo una massima di Otto von Bismark, ribadì che ci sono due cose di cui è meglio non sapere come vengono fatte: le leggi e le salsicce. Per il momento, sempre seguendo le ultime vicende prenatalizie della vicina penisola, pare che almeno il Presidente della Repubblica, Napolitano, l'abbia capito ed abbia costretto il governo a far marcia indietro. |
Sembra che il governo sloveno non intenda recedere dall’intento di portare avanti la procedura parlamentare per l’approvazione di una legge specifica che stabilisca i criteri in base ai quali – sostiene il Ministero degli Interni sloveno nel proporla – stabilire l’appartenenza di un cittadino sloveno ad una comunità nazionale minoritaria.
Non credo sia possibile affermare che le prospettive per il prossimo anno
offrano ai cittadini sloveni una qualche speranza che la situazione possa
migliorare. Anzi, sempre più numerosi coloro che, di fronte alla paventata minaccia
di un possibile intervento della troika europea, la stanno auspicando
apertamente: almeno sarà più chiaro a quali sacrifici saremo chiamati.
Tasse: livelli da brivido! Stipendio: se hai un lavoro ti garantisce a malapena la povertà! Pensioni: ai livelli minimi! Ma perchè? Per mantenere in vita un sistema bancario e una lobby finanziario-imprenditoriale corrotta che, con l'aiuto di una classe politica mediocre e incapace, in un ventennio ha trasferito nelle proprie tasche il futuro dello Stato!
Le Minoranze in quest’area rappresentano il tessuto connettivo che unisce uno spazio storicamente plurale, destinato a diventare il cuore pulsante della nuova Europa. Esse rappresentano una importantissima rete che, se opportunamente valorizzata, può e deve svolgere un ruolo qualificato, in un grande processo evolutivo che proprio sulla centralità di questa regione – intesa in senso lato – poggerà le proprie fondamenta.
Inutile nasconderlo, noi appartenenti a quella piccola parte del popolo italiano che la Storia ha costretto a vivere fuori dai confini della Matrice Nazionale in una condizione di strenua minoranza, abbiamo sofferto – giorno per giorno – le vicende di questo dopoelezioni italiano.
Cammino ancora in forte salita quello del nuovo governo sloveno. Messo su in tempi relativamente brevi dopo la sfiducia al premier precedente, Janez Janša, la neoeletta primo ministro Alenka Bratušek si trova già nella condizione di dover legittimare e giustificare davanti all’opinione pubblica l’immagine di sé stessa e di alcuni dei propri ministri.
In questi giorni che hanno preceduto la vigilia delle festività pasquali, stampa, radio e TV slovene hanno fatto a gara nel portare a galla tutti gli abusi edilizi che, con il compiacimento del legislatore e con entrambi gli occhi chiusi del Fondo repubblicano per i terreni agricoli, sono stati compiuti lungo la fascia dei tre comuni costieri del capodistriano. Disinvoltura, denaro sporco da rendere liquido, potentati politici che si sono serviti degli appoggi nelle strutture dello Stato e del Parlamento, disprezzo per il bene comune su un territorio che, ancora oggi – a quanto pare - molti non riescono a riconoscere e a considerare come proprio.
Da Crevatini riceviamo e pubblichiamo quasi integralmente
Per chi non mi conosce, sono Diego Samsa, membro della Comunità degli Italiani di Crevatini. Come già certamente sapete, la sig. Tina Komel, anche lei facente parte della C.I. di Crevatini, è stata eletta Ministro per gli Sloveni nel mondo. Alle ultime elezioni parlamentari in Slovenia si era candidata sulla lista del partito “Pozitivna Slovenija”. L’ex ministro che la precedette nell’incarico, Ljudmila Novak, sì è permessa di dichiarare pubblicamente la sua insoddisfazione per la scelta del Governo, in quanto, nel proporre Tina Komel all’importante carica non si sarebbe fatto guidare, da chi porta la slovenità nel cuore, ma ha preferito scegliere un’appartenente alla Comunità Italiana. Ritengo che una dichiarazione del genere, rilasciata da chi riveste un alto incarico politico, è assolutamente inadeguata e offensiva non solo per la diretta interessata ma anche per tutta la nostra Comunità.
Diego Samsa
Sono state due settimane trascorse a seguire e discutere le vicende legate alle più diverse elezioni: da quelle del nostro piccolo mondo minoritario (presidenza vacante della CAN), a quelle planetarie con gli occhi puntati sul Comignolo della Cappella Sistina per conoscere in diretta il successore di San Pietro (Habemus Papam Franciscus I).
L’Italia ne ha veramente bisogno di auguri, dopo questa tornata elettorale che doveva riportare il sole dopo la tempesta della crisi e del governo tecnico. E, invece, ha provocato un terremoto che ha lasciato tutti a chiedersi: e ora come si va avanti?
Il 21 febbraio, ricorre la Giornata Internazionale della Lingua Materna, istituita dall’UNESCO nel 1999 per ricordare la sollevazione avvenuta nel 1952, nell’allora Pakistan orientale, in difesa del bengalese.
In questi tempi di crisi politica, e non solo, le comunità minoritarie, e noi siamo una di queste, non sono escluse da scudisciate che, se non scansate, rischiano di produrre ferite inguaribili. L’ultimo tentativo, per fortuna temporaneamente bloccato, è arrivato sotto forma di Decreto, firmato direttamente dal primo ministro, e inviato nientemeno che dall’Ufficio governativo chiamato a vigilare sulla tutela delle comunità minoritarie. Una grossolana, rozza e intimidatoria, oltre che anticostituzionale, proposta di legare le sovvenzioni statali ad una conta degli appartenenti alla nostra ed alle altre Comunità minoritarie (Italiani, Ungheresi e Rom).
Tre partiti della coalizione di governo se ne vanno, chi prima chi dopo, ma il premier annuncia di non dimettersi. Chi non ci sta può chiedere il voto sulla “sfiducia costruttiva”. E propone una modifica della legge elettorale!
Alla colazione offerta ieri dalla presidentessa del partito “Nuova Slovenia”, tutti concordi nel ribadire che lo strappo tra i partiti della coalizione e, in particolare, tra questi e il primo ministro, Janez Janša, non è stato ricucito. Ma siete sicuri che non si tratti di una presa per i fondelli?
Qualche giorno prima di Natale, il Governo, che ultimamente sembra particolarmente impegnato nel sorprendere nei modi più diversi i cittadini sloveni, non ha voluto far mancare una sorpresa anche agli appartenenti alla Comunità Nazionale Italiana e alle sue istituzioni.
Ricordate quella canzone di Gino Paoli: quattro amici al bar? Una volta alla settimana, più o meno, tempo e salute permettendo, ci ritroviamo al Manzioli per discutere del più e del meno e, soprattutto, ultimamente, per cercare di capire che cosa stia succedendo in questo Paese che, ancora vent'anni fa, qualcuno cercava di vendercelo come il Paese di Bengodi, di là da venire, al massimo tra qualche anno.
Si ha l'impressione che la Slovenia stia attraversando un brutto momento di rassegnazione disincantata che non le permette né di prendere coscienza, né di accettare completamente la gravità della crisi che sta attraversando.
Esiste un legame molto stretto tra il nostro ragionamento, che qualche anno fa ci aveva convinti a non accettare la logica del “ritorno alla madrepatria”, perché ci avrebbe privato dello stesso diritto nei confronti della nostra matrice nazionale, e quello che oggi dovrebbe impedirci di accettare come nostro anche un inno regionale, pur se non ufficiale, all’insegna del “Litorale insorto”, con il quale si vuol legittimare ancora una volta il concetto del “ritorno di queste terre alla madrepatria”.
Quali conseguenze provocherà la crisi economica generale, e in particolare della Slovenia, sulla posizione della Comunità Italiana? Se ne è parlato una decina di giorni fa a sei occhi in un rapido tentativo di illustrare la condizione attuale della nostra minoranza. Conseguenze probabilmente devastanti dovute a tutta una serie di fattori dei quali la Comunità Italiana è da sempre vittima e ostaggio.
Va sicuramente un “bravo” ai consiglieri comunali di Pirano e di Isola che, nella loro ultima seduta, hanno dimostrato di essere migliori di chi è stato eletto per guidarli.
Nonostante la curiosità, per una sorta di rispetto e di pudore nei confronti delle sofferenze che le popolazioni locali dall'una e dall'altra parte del confine hanno dovuto subire nel corso della storia più o meno recente, non ho voluto assistere alla cosiddetta festa per il “ritorno della Primorska alla madrepatria”.
All'orizzonte dell'Europa ci deve essere una federazione di stati nazionali: parole chiare dette dal presidente della Commissione europea José Manuel Barroso, davanti al Parlamento di Strasburgo nel suo discorso sullo Stato dell'Unione.
Non so se vi siete accorti in questi mesi estivi di caldo eccessivo, quando anche la materia grigia stenta a ingranare la marcia giusta e a reagire prontamente quando eventi e necessità lo richiedono, che anche la nostra attenzione nel seguire le sventure del mondo che ci circonda si è sostanzialmente modificata.
E' notizia di questi giorni che negli sforzi per il contenimento della spesa pubblica il governo sloveno tenti di apportare tagli e soppressioni anche a enti che da decenni stanno operando anche a favore del sistema scolastico minoritario.
Qualche settimana fa il quotidiano di Trieste si chiedeva “Quanti sono oggi gli italiani in Slovenia? E gli ungheresi? E quanti sono i cittadini sloveni per i quali l’italiano – oppure l’ungherese - è la lingua madre? Sono dati che durante l’ultimo censimento della popolazione, nel 2011, non sono stati raccolti, ma conoscerli potrebbe aiutare coloro che impostano le politiche per le minoranze.”
Quale senso, quale significato, quale importanza, noi Italiani Isolani e Istriani, attribuire al 2 Giugno, data di nascita dell’Italia democratica e repubblicana? Quale valore per una Patria, per una Nazione, per i suoi simboli, nei quali abbiamo voluto credere per oltre mezzo secolo, nonostante tutto?
Cos'è la memoria, intendo quella storica e soprattutto qual è quella giusta? Bella domanda! Numerose sono le memorie che nel nostro territorio si in(s)contrano e spesso c'è la presunzione di averne l'esclusiva, cambiare e (ri)costruire . In genere dipende sempre dal punto di osservazione della realtà, sia essa quella di oggi o quella di ieri.
Oggi mi sento cittadina d'Europa, cittadina del mondo! Si, finalmente come persona, come insegnante, come donna ho sentito le parole che tante volte avrei più o meno consapevolmente voluto sentire.
La prospettiva in arte è stata inventata nel XV sec. in Toscana ed ha cambiato la rappresentazione e quindi la comprensione del mondo. Per leggerla correttamente basta porre lo sguardo, gli occhi, sulla linea dell' orizzonte del quadro, della tavola. Il mondo assume un suo ordine razionale e comprensibile.
Ora che ci siamo lasciati alle spalle quella che sembrava una grande battaglia a difesa dello Stato sociale, ma che in realtà è stato soprattutto un modesto esempio del confronto tra chi, nonostante il diritto conclamato allo sciopero, era sceso in piazza e chi, forte della sua forza numerica in Parlamento, si è preoccupato soprattutto di negare la possibilità di risargire gli scioperanti per l'assenza (per noi giustificata) dal posto di lavoro.
Ve li ricordate gli ultimi giorni dell'anno scorso ed i primi di questo incredibile 2012? Occupati a parlare del calendario dei Maya che, secondo alcuni, avrebbe dovuto rappresentare il macabro e catastrofico presagio della fine del mondo: il fatidico 21/12/12.
![]() |
A seguire con un po' di attenzione gli eventi del dopoelezioni politiche in Slovenia, verrebbe da dire che per la Comunità Italiana si è trattato di un evento a dir poco iellato. |
![]() |
Ricorre oggi la Giornata Internazionale della Lingua Materna proclamata dall'UNESCO nel 1999. Per una comunità nazionale, l'uso della propria lingua materna rappresenta il miglior strumento per il proprio sviluppo e, spesso, per la stessa sopravvivenza. |
![]() |
Il neo nominato ministro per l’economia, Radovan Žerjav, ha anunciato la prossima chiusura di una parte delle agenzie e degli Uffici governativi, tra questi, pare, anche l’Ufficio per le nazionalità che, si dice, passerebbe in forza al Ministero degli Interni. |
![]() |
Gira voce che il Comune-città di Capodistria intenda risparmiare tagliando di fondi per l’insegnamento dell’italiano nelle prime classi delle scuole elementari periferiche delle località non dichiarate nazionalmente miste. |
In Slovenia il doppio voto minoritario nel mirino: suscita apprensione la valutazione dell'Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani dell'OSCE sull’andamento delle recenti elezioni politiche che ha portato al governo una coalizione di centrodestra. Roberto Battelli: chiederò chiarimenti.
Per sottolineare il ruolo insostituibile svolto dalla cultura nella formazione e nello sviluppo storico della propria Nazione, la Slovenia ha istituito una festa nazionale dedicata alla cultura. La nuova coalizione di governo ha cancellato dalla lista dei futuri ministeri proprio quello della Cultura!
C'è un antico modo di dire che dimostra di avere alle spalle una lunga storia di saggezza e, c'è da scommetterlo, promette anche un'altrettanto fortunata presenza nel nostro futuro: “Passata la Festa – gabbato lo Santo!”
Ad elezione conclusa del premier incaricato alla formazione del prossimo governo sloveno nella persona del presidente del Partito Democratico della Slovenia, Janez Janša, per 51 voti a favore, compresi i due voti dei deputati minoritari, contro 39 contrari, presentiamo di seguito il testo dell’accordo che i deputati al seggio specifico del Parlamento sloveno, l’italiano, Roberto Battelli, e l’ungherese, Lazslo Goenz, , hanno sottoscritto con i cinque partiti della coalizione di governo.
![]() |
Deciso rifiuto del nostro deputato al Parlamento sloveno ad assicurare una maggioranza risicata al futuro premier incaricato. Il suo voto andrà a supportare quel governo che sarà già in possesso di una solida maggioranza parlamentare. |
Una volta, nelle prime ore del nuovo anno, il messaggio augurale veniva espresso dal tradizionale “bòna fine e bòn prinsìpio”, accompagnato solitamente dall'auspicio “basta la salùte”, oppure, tanto per essere esaurienti “salute e bòri”!
Tra qualche giorno, probabilmente, quanto scrivo oggi per ragioni di festività alle porte, sarebbe stato diverso. A caldo, però, dopo quanto successo in Parlamento la settimana scorsa non è possibile esimersi da qualche cenno che esprima profonda preoccupazione.
Ci stiamo avvicinando a ritmi velocissimi alle festività più importanti e sentite dell’anno: tra una decina di giorni il Santo Natale che – come racconta la tradizione – fa diventare tutti più buoni. Subito dopo l’occasione per gli auguri di buona fine e buon principio. Ma mai come in quest’ultimo scorcio dell’anno ci siamo sentiti così incerti e insicuri sul futuro nostro e dei nostri figli. Dicono gli analisti e gli esperti che si tratta della più grande crisi economica degli ultimi cento anni.
A prima vista, il voto di domenica sembra lanciare un preciso messaggio: no al Partito Democratico di Janez Janša per dar spazio alla nuova compagine della Slovenia Positiva di Zoran Janković. Ma è proprio vero?
Domenica si vota: per noi, appartenenti alla Comunità Italiana, il voto è doppio. Uno per assegnare la nostra preferenza alla compagine politica che riteniamo più ideonea a guidare la barca slovena nel tempestoso mare della crisi. L’altro per scegliere chi ci rappresenterà nel Parlamento e, magari, con il proprio contributo e con il proprio voto, dare manforte al governo che finalmente affronterà con successo anche i nostri problemi.
“La questione morale esiste da sempre, ma ormai essa è diventata la questione politica prima ed essenziale perché dalla sua soluzione dipende la ripresa di fiducia nelle istituzioni, la effettiva governabilità del paese e la tenuta del regime democratico.”
Non so se sia vero quanto si racconta ultimamente. Ma, visti i tempi, la morale e l'etica di chi ci governa, è probabile di si. Non ultimo, considerando pure la fonte da cui arriva la soffiata. Dunque, il governo sloveno, pur dimissionario, nel preparare il bilancio di previsione per l'anno prossimo, ha deciso che per la Comunità Nazionale Italiana è giunto il momento di stringere la cinghia: controlli ad oltranza sulla base delle fatture e, per il 2012, il dieci per cento in meno per la cultura rispetto a quest'anno.
Lasciatemelo ribadire con forza: anch'io sono profondamente indignato! Non tanto per la moltitudine di vecchie e consumate facce che si presentano in questi giorni sulla scena politica slovena annunciandosi come assoluta novità, garanzia di futuro benessere e democrazia.
Era inevitabile, ma, visti i tempi, non scontato. Ora è certo: tra un paio di mesi in Slovenia si va a votare. Da quando il presidente Türk ha sciolto il parlamento e indetto le prossime elezioni che si svolgeranno la prima domenica di dicembre, non mi perdo più un solo telegiornale.
Di seguito l’interpellanza che il consigliere italiano al Consiglio Comunale di Isola, Silvano Sau, ha presentato al Sindaco nella riunione di ieri, sulla necessità di un’analisi e di una verifica dell’attuazione dei diritti minoritari nel comune isolano.
Due le notizie che in questo mese di ottobre hanno caratterizzato la vita politica ed economica in Slovenia e gli eventi di questi giorni non hanno fatto che riconfermare una situazione che non sembra avere possibilità di sbocco. Nè la caduta del governo porterà ad un qualche miglioramento. Anzi.
Ultima domenica di agosto: un po' più fresca dopo le grandi calure delle settimane precedenti. E, al solito, il primo caffè al bar con qualche amico, tanto per dire ciascuno la propria sui problemi del mondo, del Paese, del Comune. |
Insegno naturalmente italiano, lingua prima al ginnasio di lingua italiana. Un bellissimo lavoro: un impegno immane. Una professione favolosa.
Nei commenti che sono seguiti alla seduta del Consiglio della Comunità Autogestita della nazionalità, non pochi - tra quelli che sono arrivati alle mie orecchie - i segni di una certa sorpresa, quando non di incredulità: che si sia riusciti ad appianare così facilmente uno strappo pre e post-elettorale a prima vista quasi insanabile!
Sarà perché in Slovenia la crisi economica non ha ancora raggiunto e superato il punto critico per poter affermare di trovarsi in una fase di assestamento e, quindi, di una auspicabile prossima ripresa. Sarà perché ci troviamo all'inizio di un anno quando, in autunno, la popolazione si recherà alle urne per le elezioni amministrative.
Si racconta, ma senza portare cifre autorizzate in campo, che Isola negli ultimi tre-quattro anni, registri uno dei tassi di immigrazione più alti a livello sloveno. Immigrazione che, grazie a leggi alquanto permissive, si trasformano in certificati di residenza, per cui - sempre si racconta - la popolazione che può vantare residenza e cittadinanza isolana è aumentata considerevolmente rispetto al quadriennio precedente.
Ma è proprio vero, come fu sottolineato alla vigilia della giornata della cultura in Slovenia, alla cerimonia centrale di Lubiana, che esiste uno scollamento profondo tra mondo culturale e politica istituzionale? Tra coloro che sono chiamati a "produrre" cultura e coloro che vengono definiti o, addirittura, si autodefiniscono "èlite politica"?
Leggo sul Piccolo di Trieste del 28 gennaio scorso un articolo sull' aumento delle iscrizioni nelle scuole di lingua slovena in Italia. Anche i bambini e i ragazzi di famiglie completamente italiane o di lingua serba, o romena, brasiliani e altri ancora di ogni parte del mondo residenti a Trieste, si iscrivono alle istituzioni slovene a Trieste e nel territorio.
Costretti, dall'inclemenza del tempo, a trascorrere buona parte delle festività di fine e inizio d'anno tra le parti domestiche, abbiamo avuto modo di ascoltare tutta una serie di messaggi augurali che, come vuole la tradizione, dovrebbero rappresentare per noi, popolo votante, un indice di speranza per i mesi avvenire, e soprattutto, sprone a riconsegnare il potere a questo o a quel personaggio in rappresentanza di questa o di quella forza politica.
Devo ammetterlo, la notizia pubblicata da tutti i giornali locali in prima pagina in questi giorni aveva provocato nel sottoscritto una improvvisa sensazione di smarrimento e di sgomento. Perché, se vera, rischia di cancellare per sempre un importante periodo della storia isolana e della storia individuale di una buona parte degli Isolani.
Riceviamo da Daniela Paliaga di Pirano una corrispondenza che volentieri pubblichiamo in questa rubrica, altrimenti dedicata ai commenti. Anche in questo caso si tratta di un commento sui sistemi usati da qualcuno per legittimare nomi e toponimi diversi da quelli in vigore ormai da qualche secolo.
In occasione della giornata mondiale dei diritti umani, che ricorre oggi, 10 Dicembre, ci sia concesso ripescare dalla memoria una fase delle battaglie combattute in questa regione più di trent'anni fa e vedere se le cose stanno andando meglio o peggio, almeno per quanto riguarda la nostra Comunità.
Il Parlamento, chiamato a legiferare e a tracciare le linee guida del nostro destino a media e breve gittata, si presume composto da persone oneste, competenti, elette con il voto di fiducia dei cittadini, ai quali risponderanno alle prossime elezioni.
Sono stati in molti a chiedere il perché del voto positivo che, all'ultima seduta del Consiglio Comunale, i due rappresentanti della Comunità Italiana, hanno espresso a favore dei due documenti finanziari presentati dal Sindaco. Voti che, secondo alcuni, sono stati determinanti per l'accoglimento della proposta di revisione del bilancio per il 2009 e della proposta di modifiche al bilancio di previsione per il 2010.
Ancora due mesi e anche questa strana annata, che si è distinta soprattutto per il caldo afoso e per l'incipiente inverno, passerà le consegne al 2010. In previsione di questo, almeno a livello di enti , istituzioni, ed amministrazioni pubbliche e non, si stanno esaminando i primi calcoli sul come si concluderà questo 2009 e su cosa aspettarci per l'anno che sta arrivando.
Anche nella giovane democrazia della Slovenia, succede che alcuni cittadini siano più uguali degli altri. A volte succede anche, quando si tratta di importanti personalità dello Stato, che siano addirittura alcune centinaia di volte più uguali degli altri. Perché, dicono, loro sono chiamati a tutelare e rappresentare gli interessi dello Stato che li ha voluti a quel posto. Anche quando, e succede troppo spesso, gli interessi dello Stato si confondono con quelli di parte o – addirittura personali.
Nei giorni antecedenti le festività di fine aprile e inizio maggio, i consiglieri comunali isolani hanno avuto modo di assistere alla presentazione di due importanti documenti che se e quando approvati, così almeno nelle intenzioni, significheranno l’ambito dello sviluppo comunale per il prossimo periodo a media e lunga scadenza.
Abbiamo avuto fortuna, noi Isolani, ad ospitare la conclusione della rassegna cinematografica dedicata ad Alida Valli: perché è stata una grande attrice, perché non ha mai rinunciato alle sue origini istriane, perché – oggi possiamo dirlo – ha avuto un ruolo non indifferente anche nel mantenere in vita le sue e nostre radici culturali.
La settimana scorsa la stampa slovena ha dedicato la massima attenzione alle faccende di una delle più grosse aziende slovene, la »Istrabenz«, che ancora solo un anno fa sembrava rappresentare il miracolo della finanza e dell'imprenditoria slovena, ed al personaggio che si trovava, e pare si troverà ancora un po' di tempo, al suo apice, Igor Bavčar. Notizie, quindi, di indubbio spessore che hanno acceso un vivo dibattito sui come e sui perchè siano stati possibili fenomeni del genere.
Nel nostro piccolo mondo isolano sarebbe bello se, ogniqualvolta viene registrata una trasgressione nell’attuazione dei diritti minoritari (come p. es. la conoscenza obbligatoria della lingua italiana nell’esercizio delle pubbliche funzioni) ci fosse una levata di proteste da parte dei concittadini della maggioranza non solo per dovere d’ufficio, ma soprattutto per senso di dovere civico.
Avevo già scritto un contributo che voleva essere un appello ai connazionali ad iscrivere i figli nelle istituzioni scolastiche minoritarie: italiane, in poche parole. Ci ho messo la mia passione di ex- insegnante e di ex-preside e ho cercato di spiegare le buone ragioni di una tale scelta sottolineando come é importante per TUTTA la nostra esigua (ufficialmente) comunità nazionale resistere e rinsaldare anche a livello personale e di coppia (nella famiglia) la propria identità culturale e linguistica.
Ci chiedevamo ancora ieri cosa stesse succedendo alla Slovenia, a partire dalle ultime elezioni politiche dell’ottobre scorso: nei confronti dei Paesi vicini e nei confronti della comune responsabilità per il futuro dell’Europa e dei suoi cittadini, noi compresi.
Mentre é in corso la raccolta delle firme per un referendum che vorrebbe bloccare l'entrata della Croazia nella NATO, ci viene spontaneo chiederci (e non siamo i soli) quale processo di involuzione politica sia mai avvenuto in Slovenia dopo le ultime elezioni parlamentari? Come può essere possibile che un manipolo di ultranazionalisti extraparlamentari siano riusciti a tenere in ostaggio il Parlamento, nessuno escluso, posizione ed opposizione?
Tanti i preparativi, tante le presentazioni, tante le discussioni alla ricerca di “nuove” idee per attirare i bambini e i ragazzi nelle istituzioni con lingua d’ insegnamento italiana. Mai abbastanza, mai quelle giuste, se gli iscritti sono pochi...
Ci sono alcuni elementi di debolezza che condizionano le nostre istituzioni. Se la politica fino ad oggi si è rigirata i pollici senza provvedere, è perché subisce i venti che soffiano sopra e attorno il palazzo. Le gerarchie politiche sono diventate più aggressive, da quando - testualmente - le chiese sono vuote di fedeli. Gonfiano i muscoli da quando le sedi dei partiti sono vuote d’iscritti e di militanti.
Palazzo Manzioli, sede della Comunità Italiana – è stato detto durante la visita a Isola del ministro sloveno per la cultura, Majda Širca, – è diventato nel breve giro di alcuni anni il vero centro di incontro e di aggregazione culturale di tutta la città .
Tutti a dire, per il numero di Natale del “Mandracchio” (che poi sarà anche il numero che ci accompagnerà dall’anno vecchio a quello nuovo), che è necessario dire o scrivere qualcosa che ci induca a ricordare le cose belle del periodo passato e, contemporaneamente, ci aiuti a sperare bene per il futuro.
Mentre ci stiamo avvicinando alle ultime battute di questo interminabile e strano 2008, molti coloro che stanno tentando un primo bilancio. Ricordate? Ancora soltanto un anno fa, proprio in questi giorni, dalle nostre parti si era in attesa dell’evento storico: la sparizione dei confini che avrebbe congiunto di fatto quest’area al mondo europeo, dal quale – si diceva - eravamo stati staccati di forza oltre mezzo secolo prima. Ed era un approssimarsi alla fine dell’anno improntato all’ottimismo.
All’ultima seduta del Consiglio Comunale di Isola, nel discutere del comportamento di quella che un tempo fu una delle più importanti aziende isolane, la “Mehano”, qualcuno propose che forse era arrivato il momento per dedicare una delle prossime sedute alla problematica della situazione economica del nostro comune.
La Redazione del Mandracchio Online ha ricevuto, in risposta al commento pubblicato il 24 Agosto scorso, intitolato “Elezioni 2008: un filo d'erba per evitare la desertificazione!” e a firma dell’ “Osservatore Isolano” la risposta che pubblichiamo interamente perché merita di essere conosciuta in quanto riteniamo esprima un’opinione purtroppo condivisa da buona parte delle generazioni più giovani e meno giovani.
Tra un mese si va a votare per il ricambio (sarebbe forse più giusto dire che si tratterà di una riconferma del potere legislativo, almeno per quanto riguarda l’inamovibilità di buona parte dei deputati) del Parlamento sloveno. E, tra questi, verrà eletto – o rieletto – il rappresentante della Comunità Italiana. Dicono che stavolta si potrà scegliere addirittura tra tre candidati!
Non è durata nemmeno un’ora intera la prima seduta, costitutiva, del neoeletto Consiglio Comunale di Isola. Tutto sembra essere filato liscio come l’olio. Tutti soddisfatti? Francamente non lo crediamo: a parte quello minoritario italiano, ci sono mancate in questa occasione alcune dichiarazioni di buona volontà e di buoni auspici per il lavoro dei prossimi due anni. Un periodo troppo breve per impostare e realizzare progetti importanti. Ma allora? Che gatta ci covi?
Indubbiamente ha vinto il partito di Tomislav Klokočovnik “Izola je naša” che si è aggiudicato la maggioranza relativa in Consiglio Comunale. Ha vinto pure “MEF in lista Isolani” che è diventato il terzo partito sulla scena politica isolana. Hanno perso, invece, tutti coloro che hanno provocato queste elezioni anticipate dimettendosi e progettando la caduta del sindaco Tomislav Klokočovnik.
Direbbero i vecchi Isolani: xé peso el tacòn del buso osservando le ultime vicende della scena politica isolana. Chi ha provveduto a far sciogliere il Consiglio Comunale e ad anticipare le elezioni certo non prevedeva che alla corsa per il voto si sarebbero presentati addirittura 24 soggetti, tra partiti e liste civiche!
Sul sito del Mandracchio qualche giorno fa ricevemmo una richiesta di informazioni sulla Scuola italiana di Isola. Rispondemmo, inviando quelle poche righe di dati richiesti. La risposta venne da molto lontano e, per la simpatia che esprime, la pubblichiamo a commento delle nostre istituzioni scolastiche.
Credevamo, noi Isolani, di appartenere ad un mondo felice, cullato dall’aria proveniente dal tiepido Mediterraneo che i gelidi venti del nord non avrebbero mai potuto scalfire. Gente modesta e laboriosa, come lo è stata da che memoria d’uomo, scritta o vissuta, ricordi. Oggi, di fronte al disastro portato in campo dai raggruppamenti politici di sinistra, di destra e di centro, dobbiamo ricrederci: la favola dell’Isola felice non esiste più!
Un paio di settimane fa la stampa locale ha pubblicato una lunga lettera anonima che lamentava una non soddisfacente presenza della lingua italiana in quanto lingua d’ambiente nelle scuole slovene. Un lettera, a quanto ne sappiamo, che seppur anonima è stata spedita anche al Ministero per l’istruzione.Una situazione, vi si rileva, dovuta vuoi all’insegnante, vuoi alla carenza del necessario numero di ore d’insegnamento (due alla settimana), vuoi alle poche possibilità di praticarla quotidianamente, soprattutto fuori dal centro urbano. Di conseguenza, gli alunni non soltanto imparano male quella che è la lingua del vicino, ma addirittura ne provano astio e insofferenza.
Ai connazionali isolani è stato recapitato in giornata l’ultimo numero del mensile “La Voce del Mandracchio” con un resoconto delle vicende di dicembre e con gli auguri di Fine e d’inizio Anno Nuovo 2007. |
![]() |
Rieccoci dopo la breve pausa estiva, pronti a riprendere il nostro lavoro. Mentre ancora mi trovavo a Cherso, dove ormai dal 1980 la mia famiglia trascorre le vacanze estive, valutavo il taglio da dare al fondo di settembre. Purtroppo, le tristi vicende di quel lunedì nero all’Ospedale di Isola, mi hanno fatto prendere la decisione di soffermarmi sul problema della violenza.
Conosco tante persone che hanno problemi, anche molto seri, di salute. Conosco anche molti medici e so quanto pesante sia il loro lavoro. Conosco anche i problemi del sistema sanitario che, se dal punto di vista tecnologico è sempre più all’avanguardia, dal punto di vista sociale.... Continua