![]() | Le fratture sono classificate come chiuse, con dislocazione o aperte (esposte), multiple e semplici comminute. Nelle fratture chiuse la pelle è intatta e non si riscontrano monconi ossei sporgenti, a differenza di quanto accade nel caso di fratture aperte o esposte. Queste ultime comportano un rischio di infezione elevato e richiedono un trattamento antibiotico oltre a quello medico-chirurgico. La diagnosi nelle fratture chiuse avviene per mezzo dei raggi X. Le fratture semplici sono caratterizzate dalla rottura dell'osso su una linea, provocando la divisione dell'osso in due parti, dette monconi, mentre la frattura comminuta presenta una rottura dell'osso in più pezzi. |
![]() | Un'ulteriore classificazione riguarda il posizionamento dei due monconi nella frattura semplice rispetto all'asse: una frattura composta presenta i due monconi allineati, a differenza di quanto avviene nel caso di una frattura scomposta. Nel primo caso, la difficoltà del trattamento da parte del medico ortopedico è senz'altro minore, mentre nel secondo è necessaria una manipolazione per la riduzione della frattura, in alcuni casi per mezzo di un intervento chirurgico. Un'ulteriore distinzione è quella tra fratture fisiologiche e patologiche. Le prime avvengono in seguito ad un trauma e rappresentano il tipo più comune di frattura ossea. Le seconde invece avvengono a causa di una patologia in corso, quale può essere, ad esempio, un tumore che crescendo eroda pian piano l'osso fino a che si fratturi. Nel caso la frattura riguardi solo l'osso la frattura è detta "isolata", mentre se coinvolge anche i legamenti è detta "associata". |
![]() | Il raffreddore non è una malattia preoccupante, ma certo può essere molto fastidiosa. A parte il fatto che se non viene curato nel modo giusto, può portare a complicazioni più serie, come otiti, bronchiti o sinusiti. Il principale responsabile del raffreddore è il rhinovirus, che diventa più aggressivo con le basse temperature, anche se esistono oltre un centinaio di altri suoi "cugini" in grado di scatenare questo malanno. Per curare il raffreddore non vanno mai usati antibiotici, ma casomai antinfiammatori a base di acido acetilsalicilico (ad. es. Aspirina, ma non per i bambini) o paracetamolo (ad. es. Panadol), che alleviano il mal di testa e i fastidi. Gli spray nasali servono a decongestionare il naso, soprattutto la sera, per favorire il sano riposo, ma attenti perché un loro uso prolungato può provocare danni alla mucosa nasale. Molto utili invece i lavaggi nasali con soluzione fisiologica per rimuovere le secrezioni infette e le pomatine emollienti, che idratano la mucosa e prevengono la comparsa di crosticine. Attenzione infine: il raffreddore nei momenti di picco è molto contagioso, e se si è vittime bisogna evitare il più possibile contatti con bambini piccoli, anziani e persone a rischio. I rimedi della nonna: - latte caldo e miele, (con aggiunta di qualche goccia di grappa - attenti a non esagerare!) - i suffumigi (ottimi per fluidificare il muco) - ai primi segnali di raffreddore, una tazza di tè con miele o il vino brulé (per alleviare i sintomi) - un bagno caldo con oli balsamici (dà sollievo ed ha azione di aerosol) |
![]() | Giugno 2010. Dopo un maggio alquando piovoso e fresco, le temperature stanno tornando alla normalità, mentre il sole si sta facendo sempre più forte. Tuttavia, con l'assottigliarsi dello strato d'ozono, scudo naturale che filtra i raggi ultravioletti, il sole è diventato ancora più pericoloso per la salute della pelle. I più esposti sono i bambini. L'errata convinzione che il sole facesse bene e rinforzasse la nostra salute ha diffuso abitudini del tutto sbagliate: via la maglietta, il cappello o altri indumenti che potessero fare da scudo. |
![]() | Con l'inizio della bella stagione le zecche abbandonano, lo stato di letargo invernale e si avviano alla ricerca di un ospite da parassitare. Nei mesi primaverili ed estivi, che vanno da aprile a ottobre, è quindi più frequente cadere vittima del cosiddetto "morso da zecca" che di per sé non è pericoloso per l'uomo. I rischi sanitari dipendono invece dalla possibilità di contrarre infezioni trasmesse da questi animali in qualità di vettori. Le zecche sono artropodi (acari appartenenti alla classe degli Arachnidi), parassiti esterni delle dimensioni di qualche millimetro. Il loro ciclo vitale si sviluppa in tre fasi successive (larva-ninfa-adulto) che si possono svolgere tutte su uno stesso ospite oppure su due o tre ospiti diversi. Non sono molto selettive nella scelta dell'organismo da parassitare, ma possono scegliere diverse specie animali dai cani ai cervi, agli scoiattoli fino all'uomo. |
Rieccoci dopo la breve pausa estiva, pronti a riprendere il nostro lavoro. Mentre ancora mi trovavo a Cherso, dove ormai dal 1980 la mia famiglia trascorre le vacanze estive, valutavo il taglio da dare al fondo di settembre. Purtroppo, le tristi vicende di quel lunedì nero all’Ospedale di Isola, mi hanno fatto prendere la decisione di soffermarmi sul problema della violenza.
Conosco tante persone che hanno problemi, anche molto seri, di salute. Conosco anche molti medici e so quanto pesante sia il loro lavoro. Conosco anche i problemi del sistema sanitario che, se dal punto di vista tecnologico è sempre più all’avanguardia, dal punto di vista sociale.... Continua