Il 1857 segna in Istria, come nelle altre terre appartenenti all’allora impero austriaco, una data di svolta dal punto di vista delle rilevazioni demografiche. Viene indetta, con ordinanza imperiale nro. 67 del 23 marzo 1857, la norma per l’esecuzione del censimento obbligatoria per tutti i Lander della monarachia, ad eccezzione dei Confini Militari (RGBI).
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La linea ferroviaria Trieste-Buie-Parenzo, meglio conosciuta come la Parenzana, era una linea a scartamento ridotto (760 mm) che partendo da Trieste si inoltrava nella regione istriana raggiungendo Buie e in seguito anche Parenzo. La Parenzana, con i suoi 123 km di sviluppo, è stata la più lunga linea a scartamento ridotto da 760 mm ad essere costruita dall’Austria. I primi progetti nacquero già verso la fine del XIX secolo allo scopo di realizzare un sistema di collegamento tra la costa e l’interno del territorio nord-occidentale dell’ Istria allora privo di una qualsiasi rete viaria. Una ferrovia, ancor piccola, costituiva un formidabile mezzo, a quel tempo, per la commercializzazione delle risorse produttive e agricole del territorio che, come speravano le popolazioni locali, avrebbe contribuito a far uscire la regione dalla sua endemica povertà. Il governo austriaco non volle sobbarcarsene l’onere della costruzione e solo dopo decenni di insistenti richieste ne concesse la costruzione ad una società per azioni che assunse il nome di Localbahn Triest-Parenzo, con sede a Vienna, e costituita dai comuni interessati e dalla provincia.
In molti documenti del passato Isola viene indicata come provvista di ricche fonti idriche. La constatazione derivava dal confronto con la realtà presente in altre località istriane, notoriamente da sempre sofferenti di mancanza di acqua.
Secondo una piccola ricerca effettuata dall'isolano Giovanni Russignan intitolata "Le risorse idriche" si apprende che di sorgenti cospicue a Isola se ne potevano contare soltanto tre: quella della fonte degli Àgnesi o, secondo alcuni Àgnisi, di cui non è possibile ricostruire l'origine del nome, quella del torrente Ricorvo, che poi venne convogliata in un piccolo acquedotto, e quella della Fontana Grande o Fontana Fora, così chiamata perché situata fuori dalle mura cittadine.
Rieccoci dopo la breve pausa estiva, pronti a riprendere il nostro lavoro. Mentre ancora mi trovavo a Cherso, dove ormai dal 1980 la mia famiglia trascorre le vacanze estive, valutavo il taglio da dare al fondo di settembre. Purtroppo, le tristi vicende di quel lunedì nero all’Ospedale di Isola, mi hanno fatto prendere la decisione di soffermarmi sul problema della violenza.
Conosco tante persone che hanno problemi, anche molto seri, di salute. Conosco anche molti medici e so quanto pesante sia il loro lavoro. Conosco anche i problemi del sistema sanitario che, se dal punto di vista tecnologico è sempre più all’avanguardia, dal punto di vista sociale.... Continua